domenica 7 settembre 2014

Segnali di fumo: Orfani 11 - Tutti giù per terra


 Soggetto e Sceneggiatura: Roberto Recchioni
 Disegni: Werther Dell'Edera e Gigi Cavenago
 Copertina: Massimo Carnevale
 Colori: Giovanna Niro, Alessia Pastorello e Gigi Cavenago
Prezzo di copertina: € 4,50
Agosto 2014
Sergio Bonelli Editore

Per vari motivi (tempo a disposizione e vicende personali che avevano, giustamente la priorità) sono passati eoni (6 mesi ma per il mondo della rete sono un'eternità, se non di piu') dall'ultimo aggiornamento del blog.
Torno a farlo, recensendo il penultimo capitolo della prima stagione di uno dei fumetti più appassionanti (a mio giudizio) degli ultimi anni: Orfani (qui e qui, le recensioni dei primi due numeri).

Gigi Cavenago!!!! Il protagonista assoluto di questo numero è Gigi Cavenago!!!!
Un'artista che non conoscevo che, a mio parere, con Orfani si è consacrato, entrando di diritto nel campo dei big del fumetto mondiale.

Detto ciò, non voglio assolutamente sminuire il lavoro svolto dagli altri artisti coinvolti, anche se Dell'Edera (insieme a Cremona) è stato un po' la delusione nel parco disegnatori, mi aspettavo qualcosina in più da loro due.
E' un giudizio dettato dal puro gusto personale, dato che nei vari siti specialistici hanno raccolto unanimi consensi. Ci può stare.  ;) 

La storia viaggia spedita. Ormai ha svelato il suo volto. La fantascienza, il complotto, fanno solo da sfondo al dramma psicofisico di questi bambini ai quali è stata rubata l'infanzia e la possibilità di crescere.

Diciamo che spesso la vita ci impedisce di decidere le strade che vogliamo intraprendere; quasi sempre i percorsi che imbocchiamo sono figli di situazioni più grandi di noi, alle quali ci dobbiamo adattare per "sopravvivere".

Ed è quello che hanno fatto questi ragazzi, con l'aggravante che gli eventi luttuosi e le manipolazioni genetiche, gli hanno minato l'equilibrio psichico.
Sono completamente folli, chi in un modo, chi in un altro. Soggetti completamente instabili che hanno bisogno di ancorarsi a qualcosa per andare avanti. Venuta meno quest'ancora, si sentono spaesati, mettendosi volutamente in pericolo di vita, se non arrivando al suicidio.

DA QUI IN AVANTI SPOILER!!!





Stavolta tocca ad Angelo. Ha ucciso Nakamura. Ha avuto la sua vendetta. Era quella la sua ancora, non il suo amore per il Boyscout.
Non avendo più nulla da perdere, si immola in una sequenza bellissima, che richiama il celebre rientro degli X Men dallo spazio, in cui Jean Grey diventava Fenice (me ne frego della ret con che fecero per varare X Factor) e cita l'altrettanto celebre "Mater Borbi" di Recchioni & Carnevale su Dylan Dog.
Si immola per portare a galla la verità ed abbattere il castello di sabbia di menzogne di cui Jonas è complice.

Jonas, il Boyscout, il leader che ha fallito su tutti i fronti. La sua squadra si è sgretolata pezzo dopo pezzo e adesso deve affrontare il Pistolero, l'anarchico, il ribelle senza causa.
Si perché Ringo non ha una causa. Se ne frega del complotto. Quello che conta per lui è andare contro il sistema.
Chi la spunterà tra i due e quale scenario si aprirà dopo questo scontro?
E' tempo di rock & roll!!!

N.B. Copyright dell'immagine degli aventi diritto


domenica 16 marzo 2014

Come una fenice dalle ceneri... - Katrina LiveForTheWeb


Correva l'anno 2007. Fresco d'iscrizione a myspace, mi arriva la richiesta da parte di una giovane band di Lamezia Terme: Katrina Saviors.
Nella loro playlist c'era una canzone dallo stile rude ed impetuoso nella musica e nel testo, "Regina".
Un manifesto, un grido di dolore contro la criminalità organizzata della Calabria, una piaga che unisce tutte le regioni del sud Italia.
Per me, campano nato e cresciuto in provincia, era impossibile non provare empatia per quel pezzo, per quel vigore, per quella rabbia. E fu amore a prima vista per i Katrina Saviors.
Amore coltivato nel corso degli anni successivi. Nel 2008 li vidi in concerto in quel di Pomigliano d'Arco, dove presentarono "Valutando l'essenziale", il loro bellissimo primo disco.
In una recensione dell'epoca definii i Katrina Saviors figli del sud Italia, rappresentanti di un sentimento di sdegno e rivalsa verso una terra schiacciata dai poteri corrotti e castrata nelle sue potenzialità.
Nel 2010 tornarono con una line up allargata e modificata nella sezione ritmica, con l'ep "Novella Underground".
Le atmosfere si erano fatte più posate, un cambiamento radicale rispetto agli impeti del primo disco. Un sound più soffice ma non meno incisivo nel risultato finale e nelle liriche.
Poi, si sa, la qualità non basta. Pur girando tutta l'italia, suonando su palchi di prestigiose manifestazioni, trovando spazio in qualche apparizione TV su emittenti locali, la musica underground autoprodotta ha bisogno di una serie di convergenze astrali (altrimenti dette "botte di culo" per emergere).
E il progetto "Katrina Saviors" è andato in stand by.
Fino ad oggi, fino al gennaio 2014, che ha visto l'avvento della rivoluzione.
Spesso si confonde il significato di questo termine. Quando si parla di rivoluzione, si pensa ad uno sconvolgimento di uno status quo acquisito. Non è così. O, almeno non è solo questo.
Rivoluzione (come insegna l'astronomia) vuol dire tornare al punto di partenza.
Ed ecco la rinascita del gruppo calabrese. Il pilastro è lui, Marco Ferrise, con la sua poetica, le sue melodie, e quella voce ammaliante, il cui accento è un punto di forza, un valore aggiunto che amplifica i suoi pensieri, le cose che ha da dire.
Intorno a lui, tutto cambiato: Carmine Talarico (Chitarra, sint e voce in "Pagine e vita"), Claudio Sacilotti (basso) e Danilo Perri (batteria e percussioni). Ed il cambio di nome, ora semplicemente Katrina, per tracciare la linea di demarcazione e ripartire con rinnovato vigore ed entusiasmo e maggiore esperienza.
Il nuovo progetto si presenta al pubblico con un live registrato in presa diretta in studio (LiveForTheWeb), che è possibile richiedere in download digitale scrivendo all'indirizzo e-mail del gruppo (maggiori info qui).
LiveForTheWeb è un ep che racchiude tutti i pregi dei primi due lavori con uno sguardo rivolto al futuro: l'energia di "Valutando l'essenziale" (Rabbia Calabria) e la melodia di "Novella Underground" (Pianto d'alba), con l'aggiunta di  una spruzzatina di elettronica (mai usata in precedenza).


Un disco che segna un ritorno alle origini con uno sguardo rivolto al futuro.
Un mix di protesta e introspezione. Un inno in musica a non arrendersi mai, a trovare sempre la forza di agire e reagire.
L'uragano Katrina è tornato.

domenica 2 febbraio 2014

Ri-Evoluzione: THE gULP! - Ciò che appare



Circa un anno fa intervistai Gianluca Di Bonito, rocker partenopeo attivo da anni nel circuito underground, con tre dischi solisti pubblicati e diffusi in download digitale, i quali componevano la trilogia "Inganni, piaceri e storie sospese".
Da allora il progetto si è evoluto. Gianluca, con i musicisti che lo accompagnano (Riccardo Rossi al basso e Massimo Amitrano alla batteria), sia nella metodologia di lavoro, sia sul palco, non ha mai dato l'impressione di essere un cantante accompagnato da tue turnisti ma quella di un frontman di una vera band affiatata.
Pertanto era logico che si abbandonasse il nome dell'artista singolo a favore di una denominazione collettiva che rappresentasse fin da subito questa cosa.
Ed ecco nascere i THE gULP! (classica onomatopea da gergo fumettistico) con l'aggiunta di Diego Martinelli alla chitarra.
La nuova formazione ha esordito con il videoclip del singolo "In Delirio", seguito da un rodaggio live nei migliori locali della Campania.

Nel Dicembre 2013 è arrivato, finalmente il primo disco: "Ciò che appare" (che è possibile ascoltare in anteprima e acquistare in download digitale).

L'album è una sorta di greatest hits della sopra citata trilogia griffata "Gianluca Di Bonito".
Ma i pezzi contenuti al suo interno sono stati completamente risuonati e adattati al percorso attuale della band.
Il vecchio progetto era caratterizzato da un sound pop elettronico.
Un sound che dal vivo si tramutava in rock duro e puro.
Con quest album, invece i THE gULP! sono finalmente riusciti a riversare sul disco la stessa energia che sprigionano sul palco.
Inoltre i pezzi hanno una versatilità disarmante, spaziando dal pop rock ("Cazzi miei", "Cambio stile") alla new wave post punk ("Hero-shima" con ospite Nunzio Bisogno dei Lef alle tastiere), passando per il rock autoriale ("Gli occhi in un istante", "Disarmato") e qualche spruzzatina di ska ("Argento", rivoltata come un calzino rispetto al pezzo originale contenuto nel capitolo 3 della trilogia).
Il tutto riuscendo a dare una coerenza e un'identità precisa all'intero disco.
Una cosa impressionante che, come resa musicale, me lo fa paragonare ad un altro grande disco pubblicato nel 2013: "Album biango" degli Elio e le storie tese.

Se la musica si è sporcata, incattivita sotto certi aspetti, le liriche mantengono immutato lo stile della poetica di Gianluca, fatto di versi brevi e ritornelli accattivanti.
I quali, dietro un'apparente semplicità, nascondono una profondità e un mondo tutto da esplorare.




domenica 19 gennaio 2014

Possiamo essere eroi, anche solo per un giorno


Vi Cercavo.
Sempre. 
Ogni volta da sopra o sotto il palco, io vi cercavo e ...
Voi c’eravate. Sì ! Sempre. Ogni volta.
Eravate lì per cantare, urlare, saltare, imprecare, sfogare, piangere, ridere, danzare, impazzire, vivere, morire, rinasc
ere... 
Insieme.

Forse anche per capire quand’è che non ci si sente più soli.

Eravamo lì ! Per vivere insieme una delle esperienze più belle di questo mondo : LA MUSICA.
Sì. Ce la mettevamo tutta, sempre. 
10 o 10.000 persone..
Che fosse uno stadio o l’ultima piazza di paese...

Sì. Lo sapevate che avremmo suonato e cantato come se fosse stato l’ultimo stramaledetto concerto su questa terra.
In ognuna di quelle notti, noi eravamo pronti. 
Sì. “IO” lo ricordo bene.
Pronti a Vivere, Pronti a Morire.

La musica ci avrebbe preso e ci avrebbe fatto sanguinare emozioni fino a cadere sazia, grazie a quello che ci aveva dato o rubato, strappato o vinto... Sì. Senza riserve.
A chi suonava e a chi ascoltava.

Grazie. 

Grazie di ogni foto, video, intervista, post, pensiero che mi continuate a dedicare, nonostante il mio silenzio ( musicale ) da ormai 7 anni a questa parte .

Tutto qui. 
Pronti a Vivere, Pronti a Morire.
Per ogni emozione che ci fa sentire vivi e liberi. 
Per Sempre o per un solo giorno. 

Vi abbraccio forte.
Questo è per Voi.

Con queste parole semplici ma toccanti, che immagino sempre pronunciate dalla sua suadente ed ipnotica voce, Gianluigi Cavallo, in arte Cabo, voce e chitarra dei Litfiba dal 2000 al 2006, ha rotto un silenzio troppo lungo, durato sette anni!
Parole di ringraziamento verso chi l’ha sostenuto durante l’avventura Litfiba e dopo, ringraziandolo per le emozioni che ha dato, per l’energia che ha sprigionato attraverso la sua musica, i suoi testi, le sue performance live. E verso chi ha fatto di tutto per realizzare un sogno (non si sa quanto lungo): tornare a riascoltare la sua voce.
L’8 Gennaio 2014, giorno del compleanno di David Bowie,  su Youtube è apparso un videoclip di Heroes, vecchio cavallo di battaglia del Duca Bianco.


Una Heroes reinterpreta proprio da Gianluigi Cavallo, accompagnato da validi musicisti, prima che fans (Daniele Secondi e Giuseppe Intorre alle chitarre, Nunzio Bisogno alle tastiere,  Riccardo Rossi al basso).
Una sorpresa che con foga dirompente ha invaso i social network riempiendo di gioia e lacrime di commozione gli occhi dei tanti appassionati che non avevano mai perso la speranza nel ritorno di una delle migliori voci che il rock italiano abbia mai avuto!!!
Il video, diretto da Francesco Bravi, vede la partecipazione straordinaria di tanti fans che, tramite il tam tam internettiano, hanno girato un piccolo spezzone in cui cantano la frase simbolo del pezzo (We could be heroes).

Heroes dimostra quanto la passione, la caparbietà, l’amicizia possano essere il motore per costruire qualcosa di unico e all’apparenza impossibile. Che abbatta le barriere dei preconcetti, del sistema del music business.
Un progetto che sa di pioneristico, che ha il sapore del rock & roll duro e puro, quello che se ne frega delle logiche commerciali, delle classifiche di vendita, dei finti abiti alternativi che sull’etichetta portano le griffe delle migliori case di moda… insomma di tutto quello che ha portato la musica in coma!!!

Adesso la domanda che si pongono tutti è questa: questo ritorno rappresenta qualcosa di più o è solo un regalo in ricordo di ciò che è stato?
Risposte al momento non ce ne sono. Cabo oggi è l’amministratore delegato della VirtualCom, una delle più importanti e innovative software house del mondo. Difficile ipotizzare un suo ritorno a tempo pieno nel campo della musica.

Ma questo blog si chiama “Lasciate spazio ai sognatori…” e sognare non costa nulla.
Tanto più che una piccola fiammella è alimentata dalla nascita della pagina ufficiale facebook.
Insomma chi vivrà, vedrà.
Però ne approfitto per lanciare un appello pubblico al grande Cabo.
Caro Gianluigi, io sono una persona molto golosa e quando mi siedo a tavola, non ho nessuna intenzione di fermarmi all’antipasto, sei avvisato ehehehehehehehehehehe.