giovedì 4 luglio 2013

Segnali di fumo: Saguaro n° 14 - Fuga sulla Sierra


Soggetto e Sceneggiatura: Bruno Enna
Disegni: Italo Mattone
Copertina: Davide Furnò
Prezzo di copertina: € 2,90
Luglio 2013
Sergio Bonelli Editore

Si apre la seconda stagione di "Saguaro". Pertanto questo numero 14 lo si potrebbe considerare una sorta di numero 1.


Dopo un prologo che introduce quella che sarà la trama dell'episodio, si inizia con un riepilogo/presentazione del nuovo status quo del personaggio, dopo gli sconvolgenti avvenimento del numero precedente.
Da agente federale a fuggitivo. Questa in sintesi la nuova condizione di Thorn in conseguenza delle macchinazioni di Cobra Ray. Il quale, in un solo colpo si è vendicato dello stesso Thorn e di Noah Folsom.

Ci vengono presentati nuovi antagonisti, vecchi amici e ritornano in scena comprimari che da antagonisti si trasformano in importanti alleati.
Sul piano del ritmo abbiamo un rallentamento, rispetto agli adrenalinici numeri precedenti, ma la cosa ci sta tutta considerando che, come ho già detto sopra, possiamo definire questo albo un nuovo numero 1.

Finito il riepilogo ci si ritrova, senza soluzione di continuità nella trama dell'episodio. Una vicenda essenziale, senza troppi fronzoli che rivela tutta la durezza del personaggio e il suo senso di responsabilità, tipico di eroi classici bonelliani, come Zagor o Tex.
Ma a differenza dei due personaggi appena citati, quello che caratterizza Saguaro è l'irruenza, l'agire senza pensare alle conseguenze che azioni altruistiche possano avere sulla sua persona e su i suoi cari e/o conoscenti.
Emblematica è l'inquietante tavola finale.

Quindi ancora pollice su per il lavoro di Bruno Enna (qui l'intervista rilasciatami nello scorso febbraio).
Leggendo questa storia ho avuto la sensazione che avrebbe potuto essere lo scrittore giusto per un personaggio come Mister No. Magari sarebbe potuto diventare per il buon vecchio Jerry Drake l'equivalente di quello che furono negli anni '90 Mauro Boselli e Moreno Burattini per Zagor. Ma sto divagando in chiacchiere da bar dello sport (o sarebbe meglio dire bar del fumetto? :P)

Tornando alla recensione, dopo che gli ultimi 6/7 mesi avevano registrato un aumento della qualità dei disegni, con Italo Mattone alle matite, l'albo di questo mese fa qualche passo indietro.
I disegni sono funzionali al racconto e restituiscono la sensazione di trovarsi negli anni '70 (considero l'atmosfera seventies uno dei punti di forza della serie). Però, soprattutto nelle ultime tavole ci sono troppo incertezze di volti, anatomie, prospettive.

Alle copertine sempre impeccabile e d'effetto l'illustrazione di Furnò, attualmente per me sul podio dei copertinisti bonelliani insieme all'inossidabile Villa e al maestro Di Gennaro.



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