venerdì 21 giugno 2013

Eh.. Già!!! - Intervista a Sergio Giardo

Ospite di "Lasciate spazio ai sognatori...": Sergio Giardo



Così recita la sua autobiografia, estratta dal sito ufficiale http://www.giardo.com/:
<<Mi chiamo Sergio Giardo, sono nato a Torino nel 1964 e sono diplomati in discipline artistiche e grafica pubblicitaria.

Ho iniziato a lavorare come grafico, visualizer e illustratore nel campo della pubblicità. Ho lavorato in agenzia come art director fino al 1994 quando sono entrato a far parte dello staff di "Zona X", fumetto edito dalla Sergio Bonelli Editore.
Per "Zona X" ho disegnato alcuni episodi de "La stirpe di Elan" e l'intera serie "Legione Stellare". Dopo aver illustrato anche un'avventura di "Legs Weaver", sono entrato a far parte dello staff di "Jonathan Steele". Attualmente lavoro per "Storie di Altrove", uno speciale annuale di "Martin Mystère" e per Nathan Never.

Sporadicamente mi occupo di consulenze pubblicitarie, illustrazioni, web design e character design.
Insegno alla Scuola Internazionale di Comics di Torino.

Nel corso degli anni ho lavorato, tra gli altri per: Classic Advertising, Bgs Darcy, Ferrero, Martini e Rossi, Fiat Auto, Piaggio, Toro Assicurazioni,Galliano Habitat, Torino Calcio, Acque minerali Pontevecchio, Walt Disney Italia, The Animation band, Lumiq.>>

Salve Sergio e benvenuto a "Lasciate spazio ai sognatori..."

Dal numero 250 (datato Aprile 2012) sei diventato il nuovo copertinista della serie regolare di Nathan Never. Ad un anno e più da questa investitura, quale bilancio puoi tracciare di questo incarico?
Non saprei dire, il riscontro generale che ho avuto del mio lavoro è per lo più positivo, ma so bene che i detrattori difficilmente si palesano apertamente... Personalmente posso affermare che a più di un anno di distanza (al momento le copertine che ho disegnato sono 18) affrontare ogni mese una nuova illustrazione di Nathan è sempre un piacere ed una sfida stimolante e appassionante.



Di quelle finora pubblicate, quale ti ha soddisfatto di più per la resa finale e quale invece rifaresti in modo completamente diverso?
Quelle che mi sembrano meglio riuscite nel complesso tra la resa cromatica e la composizione sono i numeri 253 (Omega), 256 (Mutazione) e 258 (Haiku). Quella che mi soddisfa di più... spero sia la prossima! La copertina del 262 (L'ultimo regalo) è quella che rifarei da capo, magari cercando nella storia dell'albo uno spunto totalmente diverso.



Come nasce una copertina di Nathan Never?
Tutto parte ovviamente dalla redazione. Alle volte l'editor (Antonio Serra prima, Glauco Guardigli ora) fornisce un'indicazione precisa sulla situazione da rappresentare, altre volte si parla della storia e si discute sugli spunti della vicenda che possano essere trasformati in un'illustrazione per la copertina.
A questo punto faccio una o più bozze che invio via mail per l'approvazione della composizione. Ricevuto l'ok, procedo con l'illustrazione definitiva in bianco e nero che abbozzo al pc e che inchiostro in maniera tradizionale per poi riprenderla nuovamente in digitale per aggiungere eventuali particolari ed effetti. Quindi invio in Bonelli il risultato finale in  bassa risoluzione per l'approvazione. Dopo eventuali modifiche e correzioni spedisco il file definitivo suddiviso in livelli in alta risoluzione per la colorazione che effettuerà Gianmauro Cozzi.

Il suddetto numero 250 che, come detto, ha visto il cambio della guardia alle copertine tra Roberto De Angelis e te, ha rappresentato quello che in gergo fumettistico viene definito "Starting Point", ovvero un punto di inizio ideale per nuovi lettori. L'operazione ha preso il nome di NINO (Nuovo Inizio NeverianO) ed il suo compito era quella di riportare la serie alle stesse atmosfere degli esordi. Senza entrare nel merito della riuscita o meno dell'operazione sotto il profilo della scrittura, mi sono chiesto perché non si è tentato ciò anche sotto l'aspetto grafico? Mi spiego meglio. I primi numeri di Nathan Never erano caratterizzati da un'impostazione della tavola più orientata verso i comics americani che verso la canonica gabbia bonelliana. Se ritorno alle origini doveva essere, perché non si è tornati ad osare di più?
Bisognerebbe chiederlo direttamente alla direzione della Bonelli. Non so le motivazioni. So che la gabbia più libera di Nathan Never (e anche di altre testate, ricordo di aver fatto impaginazioni fuori dagli schemi anche su Zona X, ai tempi) è stata riportata nei territori più tradizionali della casa editrice per volere di Sergio Bonelli parecchi anni fa. Mi risulta che da parte degli editor ci sia la volontà di ritornare alla libertà iniziale di cui Nathan godeva, ma al momento non mi pare ci sia stato un via libera in questa direzione.



Nel tuo curriculum figurano esperienze da grafico pubblicitario. Da profano ho l'impressione che da pubblicitario a fumettista, il passo non sia proprio così breve. Come ti sei ritrovato a lavorare nel campo delle nuvole parlanti?
Disegno fumetti fin da ragazzino e ho continuato a coltivare questo hobby anche quando, ormai adulto, lavoravo come Art Director nella pubblicità. L'uscita di Nathan Never per me, da sempre appassionato di fantascienza, è stata l'avvenimento che mi ha dato l'impulso per inviare delle tavole di prova in Bonelli. Dopo tanta fatica ed una lunga trafila, le tavole sono state accettate, ed eccomi qua. Nel 2014 (se ci arrivo ;-) ) saranno vent'anni di lavoro per la Bonelli!



Il tuo stile si è spesso adattato al tipo di testata sulla quale hai lavorato. Ad esempio è difficile riconoscere la stessa mano guardano i tuoi lavori su Jonathan Steele di qualche anno fa rispetto a cose più recenti come Nathan Never o Storie da Altrove. Quanto ciò è stato frutto dell'evoluzione del tuo tratto e quanto invece è/è stato influenzato da diktat redazionali?
Un mix di evoluzione e di suggerimenti. Negli anni ho cambiato modo di lavorare, all'inizio usavo pochissima documentazione, disegnavo di getto. Poi mi è stato chiesto di cercare di disegnare in maniera più realistica e quindi ho cominciato ad approcciare il lavoro in maniera diversa, ad ombreggiare là dove preferivo utilizzare la linea chiara. Ho potuto sperimentare molto grazie alla libertà concessami su "Storie da Altrove", che per me è stata una sfida stimolante nel rappresentare ambientazioni d'epoca con le quali non mi ero mai confrontato. Il passaggio al disegno digitale con Manga Studio mi ha poi affrancato dalla paura di sbagliare e dover correggere, dandomi più tranquillità e sicurezza.



Sei un autore che vive nel pieno l'epoca del villaggio globale. Curi un blog seguitissimo. Il tuo sito ufficiale ha un'interfaccia piacevole ed immediata. Interagisci con i lettori tramite forum e social network. Ma, soprattutto sei all'avanguardia nell'uso della tecnologia per quanto riguarda il tuo lavoro di disegnatore. Puoi illustrarci il processo creativo di una tua tavola? Quali pro e quali contro ha portato l'avvento della tecnologia nel tuo metodo di lavoro?
A dire il vero il mio blog non è poi così seguito, anche perché per essere curato bene va costantemente alimentato di contenuti ed io, a causa del poco tempo a disposizione, mi limito a pochi aggiornamenti sul mio lavoro. La tecnologia, come detto nella risposta precedente, mi ha permesso di sperimentare liberamente le tecniche; l'avvento dei programmi di modellazione tridimensionale mi ha consentito di progettare veicoli e ambientazioni con facilità ed accuratezza. Se penso che ai tempi dei miei esordi, con la serie "Legione Stellare" per Zona X, mi costruii l'astronave dei protagonisti con il cartone! Già allora progettata al PC, però... Insomma non vedo controindicazioni nell'uso della tecnologia nel mio lavoro. Oggi progetto gli ambienti in SketchUp, studio espressioni e pose grazie all'ausilio di videocamera e webcam, disegno direttamente le tavole su Manga Studio utilizzando la tavoletta Cintiq della Wacom... Più di così! :-)



Come preferisci lavorare? Musica in sottofondo o assoluto silenzio?
Secondo i momenti e l'umore. Webradio o playlist mp3 in genere, anche se ultimamente non disprezzo il silenzio.

Quali sono stati i disegnatori e/o gli illustratori che hanno influenzato il tuo tratto agli esordi? E quali sono, invece quelli che oggi segui con più interesse?
Non so se gli autori che mi piacevano da ragazzino mi abbiano influenzato o meglio, non so se sono stato capace di imparare e mettere in pratica qualcosa grazie alla loro arte. Comunque l'elenco è praticamente infinito. Su tutti Romita Sr, Kirby, Magnus, Giardino, Manara, Zanotto, Garcia Sejias. Oggi ho riscoperto Alex Raymond, Leonard Starr e seguo tutti i migliori disegnatori della Bonelli (che sono davvero tanti). Sperando di non fare torto a nessuno, metto Villa al numero uno in generale e De Angelis per Nathan.

Come passi il tuo tempo libero?
Cos'è il tempo libero?

Prossimi impegni lavorativi? C'è qualcosa di già pronto che sta per uscire a breve? Attualmente su cosa stai lavorando?
Nathan Never. Sto ultimando in questi giorni una storia breve ma molto intensa, scritta da Antonio Serra, che contiene una rivelazione fondamentale per alcuni personaggi... Uscirà a settembre. Poi proseguirò sulla seconda parte di una storia in due episodi scritta da Riccardo Secchi, una vicenda anche questa molto intensa per Nathan che credo piacerà ai lettori, anche grazie alla prima parte disegnata in maniera sublime da Ivan Calcaterra.
Al di fuori dei fumetti sto andando avanti lentamente sull'ultima (spero) revisione del mio romanzo Roy Rocket.


E adesso, per concludere, le domande di rito alle quali si sottopongono tutti gli ospiti del blog.

Avendone la possibilità, quale personaggio al quale non hai mai lavorato, ti piacerebbe disegnare?
Pura fantasia, non accadrà mai, quindi mi lancio: in ambito bonelliano, la sfida delle sfide, Tex. In generale, dire Spider Man.

Team up impossibili. Quali personaggi ti piacerebbe far incontrare (o scontrare) in una storia da te disegnata? 
Nathan Never che si unisce ai Fantastici Quattro e Gregory Hunter per contrastare Thanos e Galactus.

La fine del mondo si avvicina. Dobbiamo evacuare la terra. Puoi portare con te: un libro, un cd, un film e un fumetto. Quali? 
Ehhh, come si fa? Vabbè.... Diciamo New York di Will Eisner, Greatest dei Duran Duran, ET di Steven Spielberg, l'adattamento a fumetti di 2001:odissea nelo spazio di Jack Kirby.

Sei una sognatore? Se si, ammesso che non l'abbia già fatto, qual'è il sogno che vorresti realizzare?
Alcuni sogni si sono realizzati e magari poi si sono trasformati in incubi... Io sono un sognatore da sempre e continuo ad esserlo sulla soglia dei cinquant'anni. Preferisco non confessare i miei sogni attuali... Per scaramanzia, non si sa mai... :-)

Ringrazio Sergio Giardo per la cortese disponibilità, augurandogli un "in bocca al lupo" per il proseguimento della sua carriera.

Alla prossima

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